Come l'ESP ti salva la vita sulla strada
- Daniele Carrozzino

- 18 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
I sistemi “salvavita” che ci circondano al giorno d’oggi sono innumerevoli. Non potremmo vivere in sicurezza senza di essi.
Pensiamo a quante volte ci accomodiamo a bordo del nostro veicolo e iniziamo a percorrere chilometri su chilometri. Affrontando svariate curve, cambiamenti climatici, asfalto sconnesso.

Una miriade d'imprevisti che potrebbero danneggiare la guida del conducente, eppure si continua a procedere in tranquillità senza risentire troppo degli eventi esterni.
Questa perché nel mentre noi siamo impegnati a raggiungere la meta desiderata, all’interno del veicolo agiscono simultaneamente strumenti che possono essere definiti “salvavita”.
Tra questi possiamo attribuire tale caratteristica al controllo elettronico della stabilità dell’auto (ESP).

Tale sistema elettronico è molto complesso perché conta di numerose componenti, ognuna delle quali ha uno specifico compito nel funzionamento di questo utilissimo elemento.
ESP: COME LAVORA?
L’ESP per funzionare correttamente, ha bisogno di raccogliere diversi dati in merito all’andamento della vettura.
- Un sensore di giri per ciascuna delle quattro ruote, invia le informazioni sul comportamento di queste, permettendo all’impianto di capire la differenza di giri che queste stanno compiendo in un determinato momento;
- Un altro sensore fondamentale per l’ESP ha invece il compito di monitorare la rotazione dell’automobile sul proprio asse, così da far percepire al sistema in che direzione la vettura si stia spostando;
- Il sensore di sterzata, invece, analizza in che direzione il conducente sta girando il volante,
raffrontando questo input con la rotazione che l’automobile sta compiendo;
- Una centralina di controllo, che è il vero cuore dell’ESP auto, raccoglie e analizza i dati inviati dai sensori e, in base all’esito, capisce come intervenire e in quale momento.
Per comprenderne meglio il funzionamento immaginate di entrare in una curva e a causa di scarsa aderenza e andare incontro a un fenomeno di sottosterzo, L’ESP interverrebbe provvedendo a frenare la ruota posteriore interna in modo da provocare un effetto compasso che tender ebbe a riallineare la vettura con la traiettoria corretta.

ESP E ABS
Qualche giorno fa vi abbiamo proposto un video per farvi vedere da vicino un ABS smontato, avendone spiegato anche gli effetti.
Questo perché c’è una sorta di “parentela” che lega i due sistemi, alla messa a punto dell’Esp i tecnici della Bosch arrivarono partendo dall’Abs, che iniziò a essere impiegato nel 1978.
Esso è infatti utilizza l’ABS, con le funzioni aggiuntive BAS (Sistema assistente del freno) e ASR (Regolazione dello slittamento in accelerazione).
L’ESP è quindi un sistema molto complesso, ma allo stesso tempo molto efficace, pensate che il suo tempo d’intervento è pari 20 millesimi di secondo, letteralmente lo stesso tempo che impieghiamo a battere ciglio!
Questo fantastico elemento è diventato obbligatorio solo nel 2011, ogni tanto i nostri tecnici tendono a farci sottolineare l’importanza dell’ESP, ricordando quanto fosse facile poter finire al di fuori di una curva prima di tale obbligatorietà.
Consigliamo dunque di effettuare controlli periodici della determinata componente, soprattutto per coloro che utilizzano veicoli a trazione posteriore.




Commenti